L’arte dei PiantaGrani: semplice, trasparente Torretta

Olio con sapiente arte spremuto
Dal puro frutto degli annosi olivi […]
Chiaro assai più liquido cristallo,
Fragrante quale oriental unguento,
Puro come la fè che nel metallo
Concavo t’arde sull’altar d’argento,
Le tue rare virtù non furo ignote
Alle mense d’Orazio e di Varrone
Che non sdegnàr cantarti in loro note

Gabriele D’Annunzio, Alcyone


Sedotta  dal profumo pulito dell’olio crudo, entro nel frantoio Torretta. Trovo, però, solo le macchine tirate a lucido, posso solo immaginare la tonda polpa in via di spremitura: è gennaio. C’è un libro poggiato su una antica mensola della zona d’ingresso che mescola sapientemente  arredi di trasparente e semplice design a reperti di storia lunga quattro generazioni. Il libro è “Avere o Essere?” di Erich Fromm. E immediatamente comprendo il motivo per il quale, fin da quando sono entrata in questo frantoio per la prima volta, ho sentito che dentro c’è un’anima da PiantaGrani.

Questa è la storia semplice di talenti: quello di un olio d’oliva e di una solida famiglia che gli conferisce eccellenza. Una storia lunga cinquant’anni.

Il seme, l’origine della storia

È il capostipite Giuseppe Provenza ad attivare il primo frantoio che lavora per conto terzi. Siamo all’inizio degli anni 60.

È intraprendente Peppino, è curioso, studia, anticipa i tempi, sperimenta, integra i sistemi meccanici della spremitura con nuove macchine, misura i risultati e li compara con i precedenti e i successivi. Sbaglia, rivede e procede. Il vero PiantaGrani.

Insieme a Fernando, forse  il più appassionato dei suoi undici figli, Peppino fa crescere l’attività: il Frantoio Torretta diventa il punto di riferimento dei contadini e dei produttori di tutta la zona.

Le intemperie, le prove

Fernando ha dieci fratelli, sceglie di acquistare il frantoio da suo padre.

È dura la strada per far crescere il frantoio: Fernando, come suo padre,  ha il pallino dell’innovazione e dello sviluppo continuo dell’attività imprenditoriale.

Negli anni ‘90, svilito dall’attività in conto terzi, decide di creare un proprio marchio, quando ancora l’etichetta nel mondo artigianale non si sapeva cosa fosse, quando ancora non esisteva la bottiglia scura per l’olio.

Fernando è un pioniere, non sa cosa significhi marca o brand – per dirla in termini moderni – ma intuisce che far nascere l’olio Torretta è la strada giusta da percorrere.

Giovanissimi, si affiancano a lui i figli Daniele e Maria.

Daniele comincia così a guidare direttamente la produzione e gestisce da solo per  lunghi anni un ulteriore frantoio in una zona interna della Campania, lontano da casa.

Maria, con il pallino del marketing, dell’amministrazione virtuosa, della connessione con i produttori e con il territorio, diventa la persona di rappresentanza del Frantoio Torretta.

Una donna in un ruolo così maschile? La strada di Maria Provenza è tutta in salita. Maria però ci crede. Perché mai non dovrebbe riuscirci? D’altronde in passato le donne avevano un ruolo primario nella produzione dell’olio di oliva.

Con la preparazione, la competenza  e la pazienza, costruisce autorevolezza e leadership nel settore. Maria contribuisce attivamente alla costituzione del Consorzio di Tutela dell’olio DOP delle Colline Salernitane.

Il raccolto, i risultati

È semplicemente l’olio l’unguento che cura e ripaga la famiglia Provenza delle loro fatiche.

L’olio è da sempre il sacro alimento della civiltà mediterranea, l’olio è la panacea che dà forza, lubrifica, fa fluire le energie.

L’olio Torretta porta a casa riconoscimenti di livello nazionale. Il frantoio produce tre tipologie diverse di olio, ben raccontate nell’elegante “Carta degli oli dell’oleificio Torretta”, valorizzate per di più dal supporto in ceramica chiamato Peppino, in onore del nonno fondatore.

L’olio Torretta esprime ricerca e raffinatezza finanche nel packaging.

Il Frantoio Torretta usa un sistema di spremitura modernissimo, che consente il controllo della qualità a fronte di ogni variabile produttiva. Il vero segreto di questo olio, tuttavia, è custodito nell’attenzione alle giuste tecniche di raccolta e –  ciò che fa la  differenza tra le tre diverse tipologie –  nel rispetto dei tempi di trasformazione.

Il Diesis, ad esempio, è prodotto solo con le olive verdi dei primi quindici giorni di raccolta.

Al Frantoio Torretta si creano eventi mai visti prima: ogni estate nell’aia prende vita il bar à huile, si degustano cocktail all’olio e altre eccellenze territoriali. Eventi spesso accompagnati da vernissage, musica e eventi culturali.

Eccoli i frutti del Frantoio Torretta.

Ed ecco che da questa radice sono spuntati altri fiori: le pronipoti di nonno Peppino, l’orgoglio di questa famiglia unita e bella. Loro, giovanissime PiantaGrani, hanno appena  iniziato una nuova affascinante avventura imprenditoriale. Non hanno ancora trent’anni.

Questa, però, è un’altra storia. Voi continuate a seguirci, presto ve la racconteremo.

La storia dell’Olio Torretta

A cura di Loredana Parisi

http://www.oliotorretta.it

Foto di Frantoio Torretta

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