Il Grano è simbolo della rinascita e quindi della vita stessa. Il suo ciclo è un percorso che segna un vero e proprio passaggio dall’ombra alla luce: lo abbiamo visto con il nostro chicco strambo, cullato dalle zolle al buio di dicembre e sotto la neve di gennaio, che ora è un rigoglioso ciuffo verde.
La spiga di grano, proprio per la sua forma e per la ricchezza del contenuto che custodisce, è il simbolo della fertilità. Nella mitologia Greca, Demetra, la Dea delle messi e dell’agricoltura, è rappresentata con la fronte cinta da una corona di spighe.
Tante sono le tradizioni e le ritualità legate alla simbologia del grano, le tratteremo nel corso del tempo all’interno del blog, grazie all’apporto del nostro antropologo Simone Valitutto ed altri esperti.
In occasione delle prime festività pasquali dalla nascita del nostro blog, vogliamo raccontare come abbiamo spiegato ai bambini di una scuola lungimirante ed illuminata quale il plesso di Fuorni della Scuola “Rita Levi Montalcini” di Salerno, la storia della simbologia del grano come rinascita.

La scuola di Fuorni, che nasce in un contesto molto periferico, conta pochi bambini, alcuni disagi e tanta eccellenza. Ricorda per caso qualcosa che già raccontiamo nel nostro blog?
La squadra degli insegnanti di quella scuola è un vero esercito di PiantaGrani: inventano e creano valore per i bambini e i genitori. Non le ferma nessuno.
Orti, alberi ed erbe officinali, riciclo, teatro, danze etniche: bellezza, creatività ed armonia attivate dal corpo insegnanti e che coinvolgono ogni giorno bambini e genitori. Loro, gli insegnanti, hanno notato Storie di PiantaGrani e hanno deciso che faceva al caso loro: ci hanno invitato a parlarne ai bambini e a guidarli nella semina del grano come da tradizione di Pasqua, tipica in particolare del Sud Italia. La tradizione dei sepolcri del Giovedì Santo, in molte città, prevede che gli altari vengano addobbati con meravigliosi vasi colmi di germogli gialli di grano seminato all’inizio della Quaresima.
Bellissimi i laboratori: i bambini nella loro apertura e semplicità, hanno recepito immediatamente il ciclo del chicco di grano, hanno manipolato i semi e hanno capito come, per ottenere la farina, si debba passare attraverso un processo di battitura e di macina in modo tale da ridurre quasi in polvere il chicco stesso. Abbiamo accennato a come questo processo simboleggi per i cristiani la passione di Cristo umiliato prima di andare in croce per poi risorgere.
Abbiamo raccontato come anticamente nella nostra cultura contadina fosse diffusa la credenza della sacralità del grano da celebrare soprattutto attraverso l’ultima riserva nella dispensa di primavera: mangiandolo cotto e non ferito dalla macina, era credenza che il grano potesse germogliare simbolicamente e richiamare abbondanza e prosperità per il successivo raccolto estivo. La pastiera napoletana potrebbe essere uno di questi esempi di dolce tradizionale pasquale fatto con grano cotto per propiziare il futuro raccolto?
Storielle per i più piccoli, qualche concetto più complesso per i più grandi, sta di fatto che i bambini si sono divertiti a seminare e ad osservare il grano crescere nell’armadietto (la tradizione vuole che il grano per il giovedì Santo debba crescere al buio in modo da diventare giallo) e a riportarselo a casa tutto decorato a festa.


La verità è che i bambini, come sempre accade, hanno dato di più di quanto abbiano ricevuto: sono loro che insegnano con la loro creatività senza filtri. Tra gli elementi per far sviluppare un chicco di grano, hanno individuato acqua, terra, freddo, sole e… amore. Uno di loro, di prima elementare, ha detto: “la terra deve avere un buon odore, altrimenti il germoglio se ne sta nascosto”. Meravigliosi.
A fine anno arriverà per ogni bambino una spiga del campo di grano antico: un meritato augurio di riposo estivo e prosperità di raccolto del lavoro fatto durante tutto un lungo anno scolastico.
Con il grano, simbolo di vita, insieme ai nostri piccoli PiantaGrani, auguriamo un tempo di rinascita primaverile e pasquale a tutti.
Di Loredana Parisi
Disegno di Emanuele Bertone
Foto di Rosaria Pappalardo, Loredana Parisi, Carmela Santoro.