Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno dalle paglie della cova,
perché lungo il perire dei tempi
l’alba è nuova, è nuova.
Rocco Scotellaro.
Claudia, Dario, Antonio e Marianna, cilentani tra i trenta e i quaranta anni. Quasi “banale” ormai, citare che hanno almeno una laurea a testa, che hanno studiato in atenei importanti e che hanno fatto esperienze di lavoro in giro per l’Italia, esperienze professionali oltretutto “deludenti”, poco allineate con i loro valori. Quasi banale, dicevo, perchè ora sembra che “si porta”. La verità è che loro sono proprio congruenti con i valori della loro terra: se non fossero ritornati a dare il loro forte contributo al Cilento, sarebbero sempre stati umani di grande sostanza – certo- ma monchi della possibilità di sviluppare il vero scopo della loro vita.
Il seme, l’origine della storia
Claudia, Dario, Antonio e Marianna, decidono che quella storia era da riattualizzare.
Le intemperie, le prove.
L’obiettivo di “Monte Frumentario” di tenere dentro la cultura dei contadini custodi e di sviluppare le relazioni nate per promuovere la coltura del grano campano, si delinea subito come un lavoro enorme, soprattutto per trovare terreni disponibili per le coltivazioni. I demani infatti sono difficili da ottenere per le difficoltà burocatiche alle quali accennavo sopra, e si fa fatica a formalizzare contratti agricoli su terreni privati.
Monte Frumentario nasce per contenere diverse realtà, diffonderle e coltivarle, attivando un modello consortile che è attualmente in via di definizione. Claudia, Dario, Antonio e Marianna, insieme a tutti gli altri interlocutori interessati, stanno tenacemente studiando un contratto di rete.
Solo il mulino, per quanto nuovo e di tecnologia avanzata, non basta alla crescita del progetto. Oltre alla mancanza di terre da gestire, a Monte frumentario serve creare prima possibile un grande magazzino di stoccaggio, per una gestione opportuna dei grani che vengono conferiti.
Il raccolto, i risultati
La nascita di Monte Frumentario e del magnifico mulino di Caselle in Pittari è già un risultato importante. Questo recupero di modello virtuoso, ha già creato significati fondamentali. Per i sentimenti territoriali campani, Monte Frumentario è il baluardo e un riferimento utile al recupero, ricerca e salvaguardia e diffusione delle varietà di grano autoctono.
Si è instillato il seme, dal forte potere germinativo, del fare impresa ri-cominciando anche dopo tante difficoltà e delusioni. È stato messo nella terra il seme dell’autonomia e della realizzazione progettuale, quello dei PiantaGrani.
Il documento che certifica e definisce il valore anche economico del grano che viene confluito nel monte frumentario, è la base per strutturare il progetto rendendolo più forte e orientato alla crescita.
Monte Frumentario, si è appena messo in cammino, tanti germogli sono vivi e produrranno frutti abbondanti, e noi PiantaGrani, per il nostro progetto, siamo onorati di molire le nostre farine in questo molino benedetto dalla caparbietà e dall’amore per il territorio e per il prossimo.